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Napoli, il consiglio comunale istituisce la “Giornata del caffè napoletano”

Istituita a Napoli la Giornata del caffè napoletano: sarà il 10 dicembre di ogni anno. L’iniziativa è partita dai consiglieri comunali Flavia Sorrentino, Fiorella Saggese e Gennaro Demetrio Paipais di Insieme per il Futuro, che hanno raccolto la proposta lanciata da Michele Sergio e Massimiliano Rosati del celebre Gran Caffè Gambrinus. La data del 10 dicembre è stata scelta perché coincide con la giornata del caffè sospeso e con la giornata internazionale dei diritti umani. La “Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano” (questa la denominazione tecnica completa) ha l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura del caffè napoletano, le sue usanze e la sua storia, oltre a tutelare l’identità culturale della città di Napoli. “La cultura, il rito, la socialità che ruotano attorno al caffè napoletano – secondo quanto riportato nell’ordine del giorno – hanno peculiarità e caratteristiche che lo rendono un unicum nel mondo. La sua lunga storia, le sue antiche tradizioni, tra cui la pratica del caffè sospeso, i tanti aneddoti, le ricette, hanno creato un caffè, ma sarebbe meglio dire un mondo del caffè, del tutto diverso rispetto ad altri luoghi d’Italia e del mondo”. Il caffè fu introdotto alla corte di Napoli per volontà della Regina Maria Carolina, sposa di Re Ferdinando di Borbone. Grandi personaggi hanno decantato la bontà del caffè napoletano, con scritti, canzoni, opere teatrali. “La martire della Rivoluzione Partenopea del 1799 Eleonora Pimentel Fonseca chiese un caffè quando le fu chiesto di esprimere un ultimo desiderio prima di essere condannata a morte. Gioacchino Rossini durante il soggiorno napoletano amava berlo con panna e cioccolata”, ricordano ancora i consiglieri. Nell’Ottocento e nel Novecento Napoli si riempì di grandi caffetterie e imprese di torrefazione artigianale, che ne fecero la capitale del caffè. “Oggi – proseguono i consiglieri – ‘a tazzulella è un momento sociale, nobile usanza per il caffè sospeso, che consiste nel lasciar pagato al bar un caffè per chi non può permetterselo.  Anche l’usanza “‘o cunsuolo” è molto radicata nella nostra città e consiste nel portare lo zucchero e il caffè ai parenti del defunto per poter affrontare la veglia funebre”.

“Siamo molto felici che il Consiglio Comunale abbia sposato la nostra proposta perché è importante difendere le tradizioni partenopee, soprattutto quelle legate al rito e alla cultura del caffè napoletano, la promozione e la valorizzazione sono finalizzate a tutelare la nostra amata ‘tazzulella’ contro chi non ne rispetta la dignità o – peggio – nega la peculiarità della stessa. Crediamo che questa ricorrenza sia importante anche per supportare la candidatura del rito del caffè espresso italiano a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco”. Hanno infine dichiarano Michele Sergio e Massimiliano Rosati del Gran Caffè Gambrinus.

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